Gavirate: personaggi storici

Vi presentiamo una serie di storiche personalità di rilievo culturale e artistico legate alla città di Gavirate.

Info: Aldo Mazza discendeva da una famiglia della borghesia milanese, di artisti e patrioti: suo padre Alfio, ragioniere, era uno scrittore-poeta e suo nonno Giuseppe era un pittore di scuola romantica. Aldo studiò all'Accademia di Brera e divenne illustratore di libri per bambini. Successivamente continuò la sua carriera come caricaturista e illustratore del settimanale “Guerin Meschino”. A ciò si aggiunse anche la produzione di manifesti, cartoline pubblicitarie anche se fu principalmente un pittore ritrattista molto richiesto dalla borghesia milanese. Visse a Gavirate molti anni e qui morì: il padre aveva comprato una villa nella zona della Trinità che in seguito fu donata alla casa di riposo. Fu sepolto nella cappella della famiglia nel cimitero della cittadina. A Gavirate sono conservate alcune sue opere: l'affresco simboleggiante «L'Amore Materno» all'ingresso della “Casa della madre e del bambino Bianca Besozzi”, (ex maternità), in Municipio il ritratto di Giuseppe Maggioni, sindaco della Liberazione, e alcuni quadri presso la scuola elementare.
Fonte: Infopoint, via Lungolago Isola Virginia, Gavirate (VA)
Telefono: 0332 748281
E-mail: turismo@comune.gavirate.va.it

Info: Mantovano di nascita, si trasferì a Gavirate nel dopoguerra e qui visse fino alla morte. E' uno degli esponenti più importanti della pittura del Novecento: aveva un suo personale stile riposante che gli consentì di realizzare opere di grande qualità. Dopo la guerra il suo stile si fece più intimistico e la vita della cittadina gaviratese, con i paesaggi ispiratori e le piazze di paese, ben si adattava alla sua pittura. Nel corso della sua vita, partecipò a molte esposizioni internazionali, vincendo numerosi premi. Nella chiesa di Gavirate è conservato un dipinto della Madonna che il pittore dipinse su un telo all'età di 15 anni in occasione della cresima della sorella. In via Volta c'è un'edicola che contiene una sua tela, dipinta con tecnica mista.
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Info: Nato ad Omegna, dopo la morte del padre, si trasferì a Gavirate all’età di 10 anni, insieme con la mamma e il fratello Cesare. Diplomatosi maestro, insegnò per qualche anno nelle scuole della zona, frequentando contemporaneamente l’Università Cattolica a Milano. Nel 1944 si iscrisse al Partito Comunista e qualche anno dopo si trasferì a Roma, dove si dedicò completamente alla letteratura per l’infanzia, per la quale nel 1970 vinse il prestigioso premio Andersen. Gli anni trascorsi a Gavirate influirono sulla sua formazione: nei suoi racconti e in altri suoi scritti ci sono molti riferimenti ai luoghi e ai personaggi incontrati durante la giovinezza. Sono gli anni dei giochi nei cortili, delle corse nei boschi, dell’improvvisazione come burattinaio e inventore di storie, a cui seguirono gli anni delle serate con gli amici, discutendo di filosofia e di musica. Cari ricordi per lo scrittore!
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Info: Negli ultimi anni dell’Ottocento, Carducci era solito trascorrere alcuni giorni di villeggiatura a Gavirate, ospite dell’amico Italo Vivanti, medico condotto della cittadina. Durante la prima visita, nel luglio del 1890, conobbe la sorella del medico, Annie, giovane scrittrice e poetessa, con la quale era solito trascorrere piacevoli momenti al Caffè Veniani, gustando i dolci ideati un decennio prima dal pasticcere Costantino Veniani e divenuti ormai simbolo di Gavirate. In questa occasione venne organizzato un banchetto in onore del poeta, con i notabili della zona. Il poeta toscano tornò altre volte a Gavirate, richiamato dalla bellezza e dalla tranquillità del luogo.
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Info: Scalarini, considerato il fondatore del disegno satirico in Italia, mantovano di nascita, trascorse una parte della sua vita a Gavirate, dove si recava da Milano insieme alla moglie e alle figlie, in una casetta color rosso mattone, su cui vi è un’epigrafe a lui dedicata. Uno dei pochi intellettuali italiani che ha avuto la capacità politica e intellettuale di comprendere gli eventi che hanno sconvolto e lacerato l’Italia durante il regime fascista, per la sua integrità morale e costante fermezza nelle sue posizioni antifasciste e antimilitariste, fu costantemente perseguitato dal regime: proprio a Gavirate nel 1923 subì un’aggressione da sconosciuti e poi, sempre qui, nel 1940 venne arrestato e portato nei campi di concentramento di Istonio e Bucchianico. Scalarini dedicò a Gavirate una cartolina in cui raccolse le piacevoli opportunità che la cittadina offriva: l’aria pura, le passeggiate, il fritto di pesce persico, le sale da ballo, i Brutti e Buoni, la temperatura mite, il cinema.
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Info: Bolognese di nascita, trascorse la sua infanzia e adolescenza tra Milano e Varese. Di indole schiva e solitaria, lo scrittore si rifugiò nel podere del padre, sul pianoro di Santa Trinità, dove fu fatta costruire nel 1952 la “casina rosa”. In questi luoghi da lui molto amati, trascorreva il tempo a leggere e a scrivere le sue opere e si divertiva a cavalcare nel parco con la sua cavalla Zeffirino. Lasciò Gavirate solo l’anno prima della sua morte per trasferirsi a Varese, dove morì suicida nel 1973. Scrittore incompreso e, forse anche per questo, anima inquieta, si vide respingere i propri scritti dagli editori. Solo dopo la sua morte, la casa editrice Adelphi cominciò a pubblicare le sue opere, che riscossero un ampio consenso divenendo così un caso letterario. Lo scrittore lasciò in eredità il suo podere con la “casina rosa” al Comune di Gavirate, che si assunse l’impegno di conservare intatto questo luogo, con l’istituzione del Parco Morselli.
Fonte: Infopoint, via Lungolago Isola Virginia, Gavirate (VA)
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